sabato 8 settembre 2007

SINOSSI"IN CONTATTO CON GLI DEI" -

( "Con la coerenza un'anima grande non ha proprio nulla a che fare.")
Una persona incoerente questo scrittore Partenopeo nato a Benevento che si permette di scrivere che egli ha abbandonato il suo"ego" mentre in lui, si evince dalle cose che dice e che fa, - al contrario - un ego sterminato, al limite dell’arroganza; un carisma mastodontico, al limite della prepotenza; un senso di indipendenza atavico, al limite del libertinaggio. Sembra incredibile anche il solo pensarlo, ma nella sua lunga vita ( che pare - secondo lui - debba continuare a lungo), ha dovuto affrontare critiche durissime dai suoi non pochi detrattori, ai quali, a dire il vero, neanche un appassionato ammiratore come me che sono sua amica e "critico" può dare completamente torto. Ma se dovessimo dare ascolto al grande filosofo americano Ralph Waldo Emerson... "Una stolida coerenza è il feticcio delle menti meschine, adorato da piccoli statisti e filosofi e teologi non meno meschini. Con la coerenza un'anima grande non ha proprio nulla a che fare."
E, quindi, neppure questo scrittore!

Chi legge una "sinossi", lo fa per capire subito che tipo di libro si accinge a leggere, perciò essendo questo il primo volume della "trilogia autobiografica" di Mario Moccia di Montemalo, ho pensato bene di presentare lui medesimo, secondo quello da lui stesso descritto nel libro.
Ex giornalista con accredito al Parlamento europeo da dove prese il via il bellissimo progetto a favore della condizione femminile, contrario com'era il Moccia alla ipocrita condiscendenza politica delle "pari opportunità", progetto con il quale il nostro, voleva dimostrare ciò che era sotto gli occhi di tutti, ma che pochi si accorgevano, che la donna non era più quella uscita dalle "prigioni" del Medioevo, ma che aveva le capacità di acculturazione anche di molto superiori all'uomo.Con 36 giri del mondo nelle gambe, oppure nelle ruote delle sue bellissime e potentissime automobili, con l'ausilio delle quali associato ad un fascino da partenopeo dagli occhi penetranti e furbi, aveva concupito migliaia di donne, in ogni luogo del Pianeta. Cina compresa (come leggo nella sua precisa autobiografia, nella quale, a sentire il figlio più grande, mancano i resoconti di molte tra le sue azioni migliori, taciute non per dimenticanza, perché uomo di buona memoria, ma per una modestia che a conoscerlo superficialmente, non gli si accrediterebbe. Avendo conosciuto i Popoli più "strani" e più lontani; Ex mercenario, ex paracadutista, ex un sacco di altre cose più o meno interessanti per chiunque, un ictus in giovane età (48 anni), dev'essere stato una tremenda mazzata. Ma lui no, non si é arreso. E un'altra prova della sua caparbietà e capacità di pensare in grande e continuare a credere che le giornate siano fatte di 50 ore, é espresso proprio nel sito collegato a questo ( http://mariomoccia.blogspot.com ) dove nonostante un'emiplegia e l'età che incombe anche per lui, stà preparando un'operazione che soltanto uno come lui e pochi altri, sono in grado di realizzare; e sì, perché il Moccia, sono pronta a scommettere dopo che ho letto tutti i suoi libri, particolarmente questo primo volume della sua "trilogia autobiografica", non so ancora come, porterà a termine questa meritoria iniziativa, per realizzare la quale, ci vorrebbe un intero governo! Comunque, con questo libro Moccia ha voluto spiegare (all'interno del racconto delle sue vite), ne avrebbe vissute almeno dieci (per l'intensità' delle cose fatte), sempre in buona salute, Che cosa fosse il Bene, ma soprattutto che cosa fosse il Male, che aveva aggredito proprio lui (che non credeva di meritarselo). Doveva esserci sotto qualcosa di più “complesso” che agli uomini era sfuggito, e lui, forte della possibilità che ora aveva, di non avere "nient'altro da fare che stare seduto su di una sedia (a rotelle)", a riflettere sui suoi movimentati trascorsi, ne ha approfittato, per mettere insieme un testo esplicativo, sul perché l'umanità' nasce, vive, e muore, in un certo modo. Per poi rinascere! Però, accortamente, prima di passarmi il testo da leggere, mi disse: “Ti sembrerà un testo profetico, ma non lo è”. Io credo semplicemente di essere, non un uomo, un terrestre, ma “qualcosa” di molto vicino a Dio, ma neppure uno “spirito-folletto” o quant’altro si possa di simile credere: Sono più semplicemente una creatura vivente, animata da un solo grande Amore, da una sola grande Giustizia, da una sola grande Pace, da un solo grande fraterno bene universale. Sono nei confronti del Creatore, quello che gli uomini avrebbero dovuto essere e non sono: “I figli della Sua Fiamma”, L’espressione vivente della sua eterna saggezza, la potenza immortale della sua divina intelligenza Cosmica. E siccome voi siete dei terrestri abituati a credere in altre cose, comincio subito con lo scusarmi con quelli che saranno i miei lettori, Perché quantunque, rispetto il “loro pensiero”, e quella che è la “loro Fede”. Cionondimeno, con questo testo, ho cercato di esporre la mia visione di Dio, secondo le mie conoscenze cosmiche ed esperienze terrestri. In due parole, "capire Dio"! E il titolo da lui dato a questo libro, non é un titolo blasfemo, né da equivocare credendo che lui parli con gli dei. No, il suo "In contatto con gli dei", é spiegato divinamente bene, in modo semplice, anche se in modo "non politicamente corretto", che cosa significa per tutti gli uomini, essere in contatto non con il solo Dio giudaico-cristiano o islamico, ma con tante altre divinità che lui ritiene essere tutte racchiuse nel solo Essere Supremo. Così come per lui é una dea la Pornografia, che farà saltare i bigotti dalla comoda poltrona nella quale si fossero rilassati, credendo di leggere un libro "tranquillo". Ma questo passaggio, molto accortamente, l'editore che é lui medesimo, lo ha immediatamente indicato in un provvidenziale "segnalibro" così che, molto onestamente, com'é quest'autore, ai "pruriginosi" basta leggere quanto vi é scritto su questo "pezzetto di carta", per capire come stanno le cose del sesso, secondo la visione dell'autore. Moccia, non poteva esimersi dal parlarne; ma il suo modo di esporlo non é come si suol dire politically correct.
Voi non potete saperlo, ma questo suo primo volume autobiografico, in origine constava di 5000 pagine. Ridotte su consiglio di molti, a 340 pagine. Ecco anche perché mancano molte delle cose interessanti, della vita del "nostro". Quantunque, da quel che é rimasto di questo libro, si intuisce che la nostra vita non ha una direzione precisa, che indugiamo in una direzione romantica, favolistica, inconcludente, della ricerca iniziatica, e che chiunque di noi, dovrebbe subito rimboccarsi le maniche, per operare alchemicamente nel concreto, per modificare la struttura portante del nostro essere, senza voli di fantasia o chiacchiere da salotto. E senza dover essere per forza pragmatici! Per uno che non era riuscito a diventare “qualcuno” in fama e in soldi, mi sembrava una bella pretesa, di voler insegnare agli altri a vivere! Ma non lasciatevi ingannare da questa mia affermazione, Moccia é stato ricco ben tre volte nella sua complessa vita, e più di una "cicala", ha cantato in tutte le stagioni. Leggendo attentamente questo libro intrigante e complesso nel contempo, che il nostro amico, con questo primo volume della sua "trilogia autobiografica", intendeva sottoporre il lettore, a putrefazione, liquefazione, distillazione, sublimazione, fissazione, non i minerali oppure i vegetali, ne' corpi solidi di qualsiasi genere, ma un'unica sostanza o materia prima, presente in ogni cosa. Creata e veicolata proprio dall'uomo, nella sua forma più complessa, in misura e modalita' diverse. Non essendo gli uomini uguali. Come il minerale, cui il mio amico Mario accostava all'uomo, per raccontarne pregi e difetti (dell'uomo), ovvero: "Il Mercurio"! Come un'antico alchimista. E Mario Moccia di Montemalo,come capirete nel libro, é uno che arriva dall'antichità; e come gli antichi alchimisti ha la capcità di usare le parole che trasmette sulla carta. Insomma, avrete letto un libro convincente! E per concludere questa sinossi, mi voglio servire di una pre-conclusione non mia, ma di una delle sue tante ammiratrici o amica che dir si voglia:Un avvocata, la quale scrive: "L’accostamento simbolico tra la mobilità dell’aria e quella del tempo dona, da una parte, alla scrittura di Mario Moccia di Montemalo – che nel suo dialetto e nelle citazioni latine trova quella flessibilità che manca alle lingue nazionali del monopolio – un tocco costante di struggente dolorosa ebbrezza; dall’altra la felicità di collocarsi al centro del mutamento delle cose. Il compito che si è dato è quello di ascoltare, adattandovi il proprio orecchio, il gran ritmo danzante dell’universo, e cercare di tradurlo. Così nasce la gamma polimorfica e complessa di differenti registri linguistici che caratterizza la sua scrittura, in cui campeggia la tematica della memoria e del ricordo" In definitiva e qui concludo. Timido oppure arrogante, Moccia, con questo libro, con un insegnamento secco, inflessibile, con un tremendo sforzo sono riuscita a capire: “Mario, proprio come un alchimista, mette se stesso e pochi altri che erano in grado di seguirlo, in un vaso allungato, che inizia con un'imboccatura larga ed agevole, per poi diventare un imbuto più stretto e contorto, dove la materia grezza viene compressa, riscaldata, torturata, separata, purificata (come si fa in alchimia per l'appunto)!” Che cosa ne sapeva Mario, che cosa ne poteva capire, e che cosa c’entrava la vita di ciascuno di noi, con quello che Mario ci fa intendere nel libro? Chi é veramente costui? Di sicuro,non é uomo facile da capire...
La sua tecnica (nella scrittura), e' quella di mettere il “candidato all'iniziazione”, in contraddizione con la personalità ancora identificata, di mettere in discussione l'educazione e le certezze di una cultura imposta dalle convenzioni, di portare allo scoperto debolezze e riflessi condizionati, di eliminare l'importanza dell'Ego. In una societa' basata sull'Ego, poi... Io stessa infatti (nel lungo colloquio avuto con lui), mi sono sentita un’iniziata, una che se voleva vivere bene, doveva stare dalla parte sua, capirlo e accettare – capendo - ciò che diceva (e aveva già scritto). Con la mia cultura di psicologa, volevo confutarlo, ma la mia cultura non era sufficiente. Dovevo fare soltanto un massiccio appello al ragionamento. Mario, con quanto aveva scritto, mi stava richiedendo un grande sforzo della mente, dell’anima! Ma che cos’era l’anima? Forse proseguendo nella lettura l’avrei capito, e l'ho capito! Ecco dove voleva portarmi, portarci, Mario! A fare affidamento alla nostra anima e non a quei pochi assurdi concetti che ci sono stati inculcati. E qui si svela anche il mistero dello "strano" titolo.
Secondo la tradizione dei Grandi Misteri Panici (del dio Pan),da dove origina la parola panico, il candidato (l’iniziato), viene fatto passare attraverso esperienze volutamente drammatiche e traumatiche, dove si e' con le spalle al muro, e non si può evitare il vuoto che si spalanca sotto i piedi (come stava accadendo a lui con l'ictus che lo aveva colpito), e come vi accadrà leggendo questo libro. Ma ne vale la pena, perché cadranno le false rappresentazioni della realtà ordinaria, esploderanno i complessi, liberando energie ed intuizioni latenti. Il “volatile” si libererà dal fisso, emergerà dalle tenebre dell'inconscio, il mondo di potere e conoscenza del Mercurio allo stato libero. Ricordo ancora tutte le sue pratiche di vita poco ortodosse che lui aveva descritto nella versione più ampia. Con questo libro (anche ridotto per opportunità di "mercato"), egli non vuole farsi annoverare nell'Olimpo degli scrittori osannati, ma più che altro desidera crearsi un seguito di apprendisti alchimisti per una effettiva comprensione, sia dell’anima, sia della parola solidarietà. Parole che saranno alla base del credo del suo “Sacro” Movimento culturale. Parole delle quali, Mario ne è certo, nessuno ha capito niente! (Leggi attentamente le note indicate a fine libro, per capirne l’assunto)… Dove caduti e dispersi non mancheranno, ma l'importante e' che chi cade o si perde, lo faccia con la certezza di aver fatto parte di coloro che hanno almeno provato a rendere migliore questo Pianeta, e la loro stessa esistenza. Dando un senso al perché esistevano.
Una timida amica!*

* Quello che "timidamente" penso di un libro sconosciuto che diventerà un best seller quando il "mercato" si accorgerà che esiste!

2 commenti:

Mario Moccia di Montemalo ha detto...

Grazie, noto che hai capito tutto. Ma una verità alla quale - forse - non hai mai voluto credere, é che sei una delle poche donne che io ho amato veramente! Non solo con il corpo, che pure un tempo era piacevole, bensì con l'anima che é sempre stata bella. Oggi più di prima!
Mario

Irene Speretta ha detto...

Non so bene se darle del Lei. Penso sia il caso, si.
Sento di doverLa ringraziare. Questo blog è abbandonato da un po' di tempo, e anche leggermente trascurato. L'ho aperto il giorno del mio 19esimo compleanno con l'idea di fare il primo passo sulla strada per quella che era una delle mie più grandi ambizioni, il giornalismo. Mi sono poi però realizzata, nonostante la mia giovane età, in altri campi. Ho finito per non aspirare più tanto al giornalismo quanto più all’impegno politico/sociale nel mio comune. Cosi avevo dimenticavo la sua esistenza, fino a che nella casella e-mail non ho visto lampeggiare un per me sconosciuto (devo ammetterlo) Mario Moccia.
Ho letto con attenzione. Mi affascina la Sua storia, e mi inorgoglisce il fatto che abbia voluto lasciare un segno nel mio umile blog di sognatrice. La ringrazio non solo per le Sue parole, ma anche per il sorriso che mi ha strappato portando alla mia mente un bel ricordo, e per la piccola soddisfazione che mi ha regalato.
Con stima, Irene S.