giovedì 2 agosto 2007
SINOSSI: BRIGANTI A CHI?!
Briganti a chi!? e' un serio tentativo di riportarvi le vicende storiche, diversamente da come ce le ammanniscono a scuola già nei primi anni dell'istruzione di noi italiani "uniti"dove i nostri figli meridionali, come minimo vengono tacciati in modo dispregiativo con l'epiteto di "terroni" quando non si va più sul pesante come il termine di "briganti" di storica memoria, o poveracci. Pertanto, questa timida revisione della Storia dell'Unità d'Italia non é altro che una storia degna di essere scritta per chi non sa e per chi nemmeno dubita! Un antichissimo nobile della storia di Roma, di Cartagine e di tutte le vicende del Sacro Romano Impero e dell'Impero Bizantino, alla ricerca dei trascorsi della sua famiglia, una tra le più antiche d'Italia, anche se non famosa se non tra i nobili del Regno delle Due Sicilie, non é tenuto a dare le sue credenziali di ricercatore: Se é un curioso acculturato ed ha un minimo di esperienza tecnica, il lettore gli riconoscerà almeno la virtù della pazienza e della obbiettività, e la discussione dei risultati mobiliterà almeno, soltanto gli eruditi, se questi sono onesti.Briganti a chi!?, invece, deve esibire altri titoli, oltre la propria competenza. l'autore deve innanzitutto, dire da che parte sta, come la pensa e di che cosa va in cerca.
Ciò che scrive sull'Unità d'Italia ha un significato che precorre il suo stesso lavoro: si tratta della sua opinione, ossia una forma di giudizio che per Roma o Cartagine non é richiesta, ma che per Cavour o Vittorio Emanuele II, e soprattutto Garibaldi, é indispensabile.
La dica quest'ipinione e tutto sarà detto! Eccolo definito unitario o borbonico, giacobino o sanfedista, progressista o conservatore, di sinistra o di destra, storico ufficiale o revisionista... ecco che grazie a queste parole d'ordine, la sua storia avrà un significato, una collocazione, un titolo di legittimità, un valore! Infatti, il nostro autore é un'aristocratico prenapoleonico, ed é per la Rifondazione del Sacro Romano Impero contro l'utopia liberista (del libero mercato)!
L'interpretazione storica é sempre un pò sospetta, e la storia scritta é sempre una storia... della storia. E' sempre il risultato di un rapporto tra presente e passato, instabile per eccellenza.
E' sempre l'incontro fra le caratteristiche spirituali del ricercatore e l'immenso campo delle loro radici storiche...
Anch'io ho scritto di quella storia, e la storia é come la verità, e la verità non é altro che la ricerca della verità. Io e l'Autore, abbiamo ricercato la verità nei fatti. Quelli veramente accaduti, prove alla mano! E la mostra fotografica sul "brigantaggio" che ne segue la pubblica presentazione, é un'ulteriore prova di verità.
L'editore
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